sabato 5 maggio 2012

La corriera

“E’ già arrivata la corriera?” chiese impaziente il direttore.
“Quale corriera?” domandò la segretaria.
“Come quale corriera?” chiese il direttore giungendo le dita delle mani “Non stiamo aspettando un pacco da...? Va be’! Cosa le hanno detto quelli della compagnia?”
“Io non ho sentito la compagnia” disse la segretaria.
“Ah già, ho risposto io quando hanno chiamato, lei non c’era”
Il direttore andò nel suo ufficio e tornò con un bigliettino:
“Ecco qua: hanno spedito il pacco con la corriera, il cui arrivo è previsto per le 9 e 15. Invece sono le 9 e mezza” sbottò guardando l’orologio “ma la corriera non è ancora arrivata!”
“Ci sarà stato qualche contrattempo” azzardò la segretaria.
“Gli imprevisti sono da prevedere!” sentenziò il direttore “Negli affari non c’è posto per gli affanni!”
Dopo qualche minuto entrò nell’ufficio l’attendente.
“...o pacco?” Aveva iniziato la domanda ancor prima di aprire del tutto la porta.
La povera segretaria non poté far altro che chiedere: “Prego?”
“Voglio parlare col direttore!” disse l’avventore alquanto nervoso.
“A proposito di cosa, mi scusi?” chiese la segretaria.
“Del mio pacco, che diamine!” disse l’attendente battendo una mano sul bancone.
“Un attimo...”
La segretaria non riuscì nemmeno a sollevare il ricevitore del telefono che l’attendente stava già aprendo la porta dell’ufficio del direttore.
“Allora? Il mio pacco?” disse che ancora non era entrato.
“Il suo pacco... - signor attendente! - dovrebbe arrivare con la corriera” rispose il direttore con tono dimesso.
“E quindi?” domandò l’attendente appoggiando i pugni sul tavolo.
“Purtroppo...” il direttore deglutì “la corriera non è ancora arrivata...”
“Sono le 9 e 34 minuti e la corriera non è ancora arrivata?!” urlò l’attendente sbracciandosi. E sbattendo la porta uscì, con grande sollievo del direttore.
Non passarono neanche cinque minuti che entrò nell’ufficio la moglie dell’attendente.
“Signorina, buongiorno” disse gentilmente alla segretaria.
“Buongiorno, signora” salutò l’impiegata “Che posso fare per lei?”
“Ho appena visto uscire mio marito dal vostro ufficio e mi chiedevo se lei, cortesemente, potesse dirmi il motivo per cui si trovava qui”
In quell’istante il direttore uscì dal suo ufficio.
“Mi chiami la compagn... Oh, signora” disse accorgendosi della moglie dell’attendente “a che debbo l’onore della sua presenza qui?”.
“La signora stava chiedendo cosa...” tentò di dire la segretaria.
“Si accomodi nel mio ufficio, prego!” disse il direttore, lanciando uno sguardo di rimprovero alla sua dipendente.
“Volevo solo conoscere il motivo” disse la signora appena si sedette “della visita di mio marito”
“Suo marito?” fece il direttore, con aria innocente.
“Sì, l’ho visto uscire di qua qualche minuto fa”
“Ah, suo marito! Certo! E’ passato per ritirare...” il direttore si interruppe di botto.
“Cosa?” chiese la moglie dell’attendente con tono diffidente.
“Per ritirare...” il direttore cominciò a sudare: l’attendente gli aveva chiaramente proibito di dire alla moglie del pacco.
“Per ritirare cosa?” chiese minacciosa la signora.
“Per ritirare...” riprese il direttore dopo un attimo di grande impaccio “un pacchetto per lei!”
“Per me?” domandò la moglie dell’attendente sbattendo le ciglia.
“La prego, signora, non dica a suo marito che gli ho... rovinato la sorpresa!” implorò il direttore.
“Oh, non si preoccupi” disse la signora con voce velata “una moglie sa sempre tenere un segreto!”
E senza aggiungere altro se ne andò.
Il direttore si lasciò cadere sulla poltrona, era stremato.
Subito suonò il telefono: “Sì?”
“C’è qui l’attendente, signor direttore” disse la segretaria all’altro capo.
“Lo faccia entrare” disse il direttore sospirando.
“Allora? Questa corriera, arriva o non arriva?” domandò l’attendente con tono alterato.
Il direttore si alzò di slancio, andò dalla sua segretaria e le chiese sussurrando: “Cosa ha risposto la compagnia?”
“Non ho chiamato la compagnia!” rispose la segretaria.
“Lo faccia immediatamente!” sibilò il direttore.
“E’ strano” disse tornando nel suo ufficio “di solito è in orario”
“Non è sufficiente, non crede?” disse l’attendente impaziente.
Suonò il telefono.
“Sì?” il direttore ascoltò in silenzio e poi disse “La faccia attendere. Signor attendente, ora ho un impegno, appena so qualcosa la chiamo”
Appena la porta fu aperta, i due uomini rimasero imbambolati di fronte allo spettacolo sfolgorante che si parò davanti ai loro occhi: in piedi, appoggiata al bancone, c’era una donna bellissima, alta, capelli lunghi e vaporosi, vestita con jeans e maglietta molto attillati.
“Ha insistito per parlare con lei, direttore” disse la segretaria con tono risentito.
In quel momento entrò anche la moglie dell’attendente, che al vederla sbiancò.
Senza aspettare di essere interpellata, l’avvenente signorina si diresse verso il direttore porgendogli un pacco.
“Mi deve scusare, signore” disse estraendo una penna dalla tasca dei pantaloni “ma stamattina il traffico era pazzesco!”
“No, è lei che mi deve scusare, signorina” disse il direttore firmando una ricevuta “ma... lei chi è?”
“Come? Non l’hanno avvisata?” chiese la donna volgendo lo sguardo anche sugli altri presenti.
“Avvisato di cosa, signorina?” ribattè il direttore il più gentilmente che poté.
“Che il vostro pacco sarebbe arrivato stamattina” disse la donna.
“Sì! Ma lei chi è?” chiese di nuovo il direttore.
“Quella che doveva portarvi il pacco: Dalila Corriera”

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