martedì 15 maggio 2012

Non è mai detta l'ultima parola


Miniou e Danielle erano due simpatici e gentili vecchini che vivevano da ormai molto tempo in una casetta di pietre e legno posta sulla scogliera, proprio di fronte all’oceano. Passavano le loro giornate dedicandosi alle numerose coltivazioni che avevano avviato nel loro campo dietro casa. C’erano pomodori, porri, lattuga, fagioli, patate, e poi fragole, pesche, susine... C’era proprio una bella rappresentanza del mondo vegetale.
Potrebbe sembrare che i due signori fossero dei commercianti di frutta e verdura, ma tutto il loro lavoro era dedicato ad avere il necessario per poter mangiare in modo adeguato.
Non mangiavano solo frutta e verdura, intendiamoci. Potevano cibarsi del pesce fornito dal grande mare e della carne che veniva dagli animali che allevavano loro stessi.
Era una vita serena, semplice, scandita dal ritmo delle stagioni.
E lo fu finché un giorno arrivò un ospite inatteso, tanto più inatteso perché da molti anni nessuno passava da quelle parti.
Era un signore distinto, dai tratti gentili, avvolto in un grande mantello e con un cappello a larghe falde. Era giunto da chissà dove su un bellissimo cavallo chiazzato.
Appena arrivò fece ai due vecchini un saluto molto cordiale e chiese loro se avesse potuto fermarsi per la notte. Naturalmente Miniou e Danielle non si tirarono indietro; provenivano da famiglie allargate per le quali era normale ospitare qualche viaggiatore e condividere le proprie risorse. In vista di quella eventualità avevano ricavato nel fienile una stanzetta arredata con un letto a castello, un armadio e una cassettiera e finalmente sarebbe servita a qualcuno.
Appena ebbe sistemato il suo bagaglio nella stanza, il viaggiatore tornò dai due anziani per accogliere l’invito a cenare con loro.
Non si aspetti una grande cena, eh!” disse Danielle al suo ospite.
Oh, non si preoccupi, signora” rispose lui “sarà una cena molto gradita dopo giorni e giorni di carne salata e qualche frutto trovato qua e là”
Da dove venite?” chiese Miniou, curioso di conoscere quel distinto signore.
Da molto, molto lontano” disse l’ospite “viaggiare è parte integrante della mia vita, non potrei fare altrimenti”
Ed è lecito conoscere il vostro nome?” chiese Danielle gentilmente.
Oh certo! Mi chiamo... Angelo Desmortes.”
I due vecchietti rimasero sgomenti.
La vostra fama vi precede, signor Desmortes” disse Miniou quasi sussurrando.
Si dice che dove passa Angelo Desmortes” aggiunse Danielle “la vita non resti per molto tempo ancora”
Purtroppo è la mia maledizione” disse sconsolato Angelo.
Vedendolo molto rattristato, Danielle gli si avvicinò e gli chiese: “E da dove viene questa maledizione?”
Mio padre” disse senza esitare Angelo. Dopo qualche istante di silenzio riprese:
Quando sono nato non volle risultassi discendente della sua famiglia e, accanto al nome scelto da mia madre, mi impose questo... marchio”
E per quale motivo?” chiese Danielle.
Disse che dovevo essere riconoscibile al mondo intero come una malattia che non dà scampo, perché nella notte in cui nacqui mia madre morì e lui mi ritenne responsabile dell’accaduto. E da allora la mia fama, come la chiamate voi, non ha fatto altro che perseguitarmi”
Miniou e Danielle non sapevano che dire.
Se pensate sia meglio per voi” disse d’un tratto Angelo “che io tolga il disturbo, prenderò le mie cose e non sentirete più parlare di me”
Miniou e Danielle si guardarono negli occhi, sapevano capirsi benissimo senza dire una parola.
Non c’è ragione perché dobbiate andarvene signor Desmortes” disse Danielle “saremo lieti di ospitarla per questa notte”
Dopo un altro breve scambio di occhiate Miniou aggiunse: “Se le fa piacere può fermarsi quanto vuole, basta che ci dia una mano col lavoro”
Angelo Desmortes non si aspettava certo un’accoglienza del genere, abituato com’era a fuggire da ogni villaggio o città in cui si era fermato. Finalmente qualcuno aveva superato il timore di averlo vicino anche solo per pochi minuti e forse il suo continuo vagare aveva trovato una meta.
Passarono alcuni giorni, ormai i tre erano diventati una famiglia; Angelo si dava da fare quanto più poteva per aiutare Miniou e Danielle, era uno che imparava in fretta e non si tirava indietro di fronte alla fatica.
Si diceva di essere stato fortunato a incontrare delle persone tanto buone.
Una mattina si alzò come al solito molto presto e uscendo dal fienile pensò di trovare Miniou già al lavoro, cosa che succedeva praticamente ogni giorno; invece non c’era. Così si diresse verso la casa per fare colazione, ma non sentì lo spensierato canto di Danielle che sentiva ogni mattina; e c’era di più: le persiane erano ancora chiuse. Forse mi sono alzato troppo presto, pensò Angelo.
Entrato in casa non trovò nessuno. Chiamò i due vecchini, ma non risposero. Allora decise di salire nella loro camera, chiamò di nuovo; aprendo la porta vide che erano ancora a letto.
Ehi dormiglioni!” disse allegro aprendo la finestra e le persiane.
Ma i due vecchini non si mossero. Angelo si avvicinò al letto e appena scostò le coperte dai loro volti si rese conto che non si sarebbero più svegliati.
Li seppellì in un punto del campo che era stato preparato proprio il giorno prima per una nuova semina e vi costruì intorno una piccola staccionata.
Poi si diresse alla stanza nel fienile, deciso a raccogliere tutte le sue cose e partire il più presto possibile: il sogno che sembrava essersi trasformato in realtà era di nuovo un semplice sogno, e la sua fama maledetta persisteva.
Stava per salire sul suo bel cavallo chiazzato, quando gli venne alla mente ciò che Miniou gli disse dopo che si sentì ringraziare per l’ennesima volta per la sua ospitalità: “Vedi Angelo, non è mai detta l’ultima parola: io e Danielle pensavamo di passare da soli il tempo che ci restava da vivere, mai avremmo pensato che alla nostra veneranda età avremmo ritrovato il piacere di occuparci di qualcuno; per cui tu, caro Angelo, puoi considerarti a casa tua”
D’accordo” disse Angelo un po’ imbarazzato.
E adesso smettila di dire grazie a me e a Danielle per ogni nonnulla” disse Miniou “ti prego, non ne possiamo più di quella parola!”
E insieme scoppiarono a ridere.
Sì, quella era casa sua ormai e andarsene avrebbe significato vanificare e addirittura disonorare l’accoglienza di Miniou e di Danielle.
Così Angelo Desmortes decise di vivere il resto dei suoi giorni su quel pezzo di terra, dove due simpatici e gentili vecchietti gli permisero di nascere una seconda volta e di ritrovare nella semplice vita di tutti i giorni il senso della propria esistenza.

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