martedì 8 maggio 2012

La voce di Lorena

Ascoltare la voce di Lorena non era come ascoltare una voce qualunque, perché ogni volta era come sentirla parlare al telefono, tanto più se la si ascoltava ad occhi chiusi. Era stupefacente come, ascoltandola, fosse possibile dimenticarsi completamente del suo aspetto, non perché Lorena fosse una donna brutta, anzi, era bellissima; ma di fatto era ciò che succedeva: chi ascoltava Lorena parlare, bastavano anche pochi secondi, perdeva ogni riferimento fisico e tutto ciò che di lei “vedeva” era il suono della sua voce. Sarà stato forse perché Lorena considerava la comunicazione l’elemento principe per tenere vivo ciò a cui lei credeva di più: il legame tra le persone. D’altro canto, però, Lorena usava molto il telefono per comunicare, diceva che le permetteva di sentire le persone a cui voleva bene il più spesso possibile, anche solo per dirsi ciao e poi riattaccare, si sa, il telefono è utile, ma costa.
Forse era questo il punto: il telefono era per Lorena il mezzo di comunicazione privilegiato, perchè, diceva, accorcia le distanze tra le persone senza doversi muovere - già ci si muove troppo ogni giorno... - e in qualche modo la sua voce aveva assunto quel particolare suono che si sente quando si ascolta una persona al telefono.
Ascoltare la voce di Lorena era diventato perciò il modo migliore per conoscerla, per capire cosa stesse vivendo e con quale stato d’animo; anche per questo alle persone veniva spontaneo chiudere gli occhi mentre la ascoltavano, per non farsi... distrarre dal suo aspetto.
Un momento! E se tutto fosse nato da un insolito convincimento di Lorena? Lei era bellissima, poteva pensare che i suoi uditori la ascoltassero solo per il suo aspetto... e in qualche modo era riuscita a rendere la sua voce l’elemento più interessante della sua vita, lasciando che fosse quella a dare l’immagine giusta di se stessa, compresa quella fisica. Chissà... Quel che è certo è che solo Lorena sapeva la verità al riguardo.
A volte sentirle raccontare le sue avventure era proprio uno spasso, riusciva spesso a trovare il lato comico delle situazioni e questo, oltre a mettere buon umore, rinnovava il desiderio di ascoltarla ancora. Anche la sua risata era davvero molto coinvolgente, libera, vera, vissuta; niente a che vedere con quelle risatine trattenute di coloro che ritengono ancora che il riso sia una pietanza da servire in caso di evacuazione intestinale repentina... ma per quello è meglio il limone.
Ah, quante storie Lorena!
Nel tempo la voce di Lorena era cambiata, da un certo momento in poi si capiva che aveva fatto un salto di qualità, in meglio naturalmente; era diventata più calma, più paziente, lo si sentiva anche quando raccontava dei momenti di minore serenità. I cambiamenti erano evidenti a chi ascoltava e non poteva che essere felice per lei, si capiva che aveva trovato una migliore prospettiva nell’affrontare la sua vita.
Ascoltare la voce di Lorena significava poterla conoscere bene, non solo superficialmente; ma per alcune persone era diventato l’unico modo di conoscerla, perché, non vedendola da molto tempo, era tutto ciò che ricordavano di lei. Qualcuno, addirittura, si era talmente abituato al connubio Lorena-voce che era arrivato al punto di domandarsi se incontrandola per strada l’avrebbe mai riconosciuta.

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