martedì 6 marzo 2012

Bello, alto e profumato

Arturo era un uomo stimato da tutti, molti gli volevano bene, benché lui non capisse bene il perché: conduceva una vita tranquilla, si dava da fare come poteva... Certo è che la sua era una vita un po’ particolare. Perché?! Eh be’, perché Arturo era un uomo alto, bello e sempre profumato e questo significava avere dei privilegi.
La sua altezza, per esempio, lo dotava di un punto d’osservazione... come si può dire?... per l’appunto, privilegiato, perché poter osservare il mondo dall’alto permette di tenere sotto controllo le situazioni in maniera più... oculata. Più volte gli è capitato di sventare un tentativo di ruberia da parte di abili borseggiatori mimetizzati tra la folla brulicante: appena ne vedeva uno (ormai poteva riconoscerli con uno sguardo), Arturo gli si metteva dietro senza destare sospetti, e appena si rendeva conto che il furbone era in procinto di attuare il colpo con il classico scontro apparentemente casuale, allungava una gamba (cosa non difficile per Arturo), intercettava con grande maestria il piede del ladro e quello ruzzolava a terra malamente, finendo oltretutto calpestato a più riprese dai pedoni frettolosi.
Senza ombra di dubbio, poi, Arturo era un uomo veramente, veramente bello! Questo, a parte essere un elemento di attrazione degli sguardi altrui, e non solo di quelli femminili, non costituiva un gran privilegio, visto che di fatto sembrava non trovare la donna della sua vita. Non ne faceva un dramma, intendiamoci; quando ci pensava lo faceva con semplice curiosità, come si può essere curiosi di capire perché il proprio vicino alzi le persiane di notte e le abbassi di giorno. Sono domande a cui è ben difficile rispondere, ma non è che conoscere la risposta sia di vitale importanza. E poi, comunque, lo spirito del cercatore da cui era animato, permetteva ad Arturo di porsi delle domande senza esigere una risposta, almeno non immediata.
Quindi, riassumendo, Arturo era innanzitutto alto e bello.
Ma il pezzo forte del sior Arturo - così lo chiamava la portinaia del palazzo dove abitava - era il suo profumo. Qualcuno penserà che il nostro, amante com’era della distinzione dei singoli e dell’originalità del loro agire, di fronte ad un uguagliarsi progressivo della società, spendesse fior di quattrini per potersi garantire le migliori essenze del creato e provenienti da ogni dove. Niente di tutto questo! Arturo profumava in modo naturale, si potrebbe perfino azzardare l’ipotesi che esistesse un’essenza di Arturo, e non di un Arturo qualsiasi.
La vera questione, però, era che il profumo di Arturo cambiava a seconda delle persone che lo incontravano, benché dire questo non sia precisamente ciò che accadeva. In pratica ogni persona che gli si avvicinava sentiva un profumo diverso: chi di lavanda, chi di mare, chi di pino... E Arturo non riusciva a farsene una ragione, anche perché lui, sì, si sentiva profumato, ma non ha mai saputo definire il proprio profumo. Se dovessi sentire tutti quei profumi, si diceva ogni tanto, penso che sarei morto di emicrania da un bel pezzo! Con tutte le persone che incontrava ogni giorno, poi!
Incontrava effettivamente molte persone e gente di ogni tipo: grandi, piccoli, vecchi, vagabondi... proprio di ogni tipo; e difficilmente chi gli stava di fronte gli risultava sgradevole o antipatico; Arturo pensava, ne era intimamente convinto, che il contatto con qualsiasi persona gli avrebbe rivelato qualcosa in più di se stesso e del senso della sua vita su questa terra.
Chissà... forse era questo che gli altri percepivano di lui, ne rimanevano affascinati senza capire bene il perché. Già... lui poi non ne parlava mai, ma forse era proprio questo ciò che faceva di Arturo un uomo alto, bello e profumato.

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