venerdì 30 marzo 2012

Il fascino del non sapere


La vedevo uscire ogni sera, verso le dieci, alla guida della sua decapottabile nera. Me ne  accorgevo perché lo studio veniva illuminato dalle luci bianche della retromarcia e dal rosso intenso degli stop: ero solito leggere qualcosa prima di andare a letto e accendendo solo la lampada vicino al divano, il resto della stanza restava in penombra, per cui non era difficile notare illuminazioni che provenivano dall’esterno.
Non ho mai avuto l’occasione di incontrare quella donna, non so neppure come si chiamasse. Certo che abitare a cinquanta metri da qualcuno e non sapere neanche il suo nome...
Era una bellissima donna, alta, dal fisico longilineo; aveva un’eleganza misurata, nei movimenti, nei gesti, sembravano rallentati; lo sguardo era sempre un po’ triste...
Chissà perché una bella donna ha un certo non so che di attrattiva in più se è triste... O forse attira me...
Ricordo che aveva una sorella, più piccola, ma altrettanto bella, sembrava lei con qualche anno di meno. Mi chiedo come fosse la madre... o avrà preso dal padre?
Ogni volta che la vedevo uscire mi chiedevo se fosse per lavoro o per divertimento, perché ogni sera alla stessa ora... è un appuntamento fisso.
Anche durante il giorno la vedevo, il più delle volte mentre rientrava a casa; lasciava l’auto nel vialetto, che dal mio studio potevo vedere chiaramente. Quando scendeva dall’auto volgeva lo sguardo verso la mia finestra, come se volesse ricambiare le mie attenzioni. In effetti non sapevo niente di lei, ma mi ci ero affezionato; e forse mi ci ero affezionato proprio perché non sapevo niente di lei.
Ci si preoccupa sempre di una bella donna che esce ogni sera verso le dieci... un uomo si preoccupa; una donna sarebbe già saltata alle conclusioni, soprattutto una moglie. Io sono tranquillo da questo punto di vista: non sono sposato, né sono fidanzato, e chissà mai se avrò una compagna.
Dicevo che ogni volta che la vedevo arrivare avevo l’impressione che volgesse i suoi occhi verso di me: fantasie maschili? Be’... Mi piaceva immaginare che ci fosse una certa reciprocità, come un’amicizia a distanza, o un incrocio intenso di sguardi con qualcuno che si incontra per la strada.
Il fascino del non sapere...
La curiosità è una peculiarità umana, ma per alcuni - molti - ha maggior forza il desiderio di soddisfarla, di non avere dubbi sul mondo circostante. Il punto è che molti - troppi - piuttosto che avere dubbi su una persona considerano reali le proprie ipotesi o le opinioni espresse dagli altri.
Però penso sia possibile vivere nel dubbio, in quella incertezza che fa dire ‘non so’ senza l’ansia di sapere; e fino al momento di scoprire qual è la verità, sempre che ciò sia possibile, potersi godere quello stato di... indeterminatezza, che lascia aperta ogni possibilità; in fondo è il presupposto di ogni ricerca.
Anche perché, se mi convincessi della fondatezza delle mie idee o dessi semplicemente adito a ciò che altri dicono su una persona o su un evento - e figurarsi riguardo a una bella donna che esce ogni sera verso le dieci con la sua decapottabile nera - potrei considerare una persona o una qualsiasi realtà col necessario distacco per lasciarmi poi stupire da un’evoluzione che potrebbe andare ben al di là di ogni mia aspettativa?

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