giovedì 1 marzo 2012

Sorellina


E’ venuto il giorno delle mie nozze e non ho ancora un nome tutto mio!’
Tutti la chiamavano Sorellina, sempre e solo Sorellina. Quando nacque, suo padre, il capo del villaggio, vedendo quanto fosse carina, tenera e tanto bella già solo un’ora dopo che era nata, non se la sentì di darle un nome qualsiasi.
E’ necessario un periodo di buona riflessione per sceglierle il nome adatto!” così sentenziò il capo-villaggio dopo aver tenuto in braccio la figlioletta appena nata per qualche minuto “Per ora verrà chiamata Sorellina, e tutti i bambini del villaggio la considerino la propria sorella maggiore”
Ma è la più piccola!” obiettò la madre, ancora stremata per il parto.
Piccola sì, ma essendo mia figlia deve essere considerata la prima di tutti”
Così fu deciso, e nel villaggio una decisione di Ghidion veniva considerata legge.
Sai che il tuo periodo di buona riflessione” gli fece notare un giorno la moglie “è durato finora ventidue anni? Non credi sia venuto il momento di dare un nome a quella povera ragazza? Tra due giorni si sposa, te ne rendi conto?”
Ghidion non disse niente, se ne rimase cupo davanti alla finestra, con le mani dietro la schiena a fare su e giù con i piedi.
Già!’ rifletté tra sé ‘Ma quale nome darle!’
Dopo qualche altro minuto, iniziò a chiamare la figlia: “Sorellina! Sorellina!!”
Non vedendola arrivare decise di andarla a cercare. Fece passare camera sua, lo studio, la biblioteca, la sala da pranzo, andò perfino in cucina, ma di Sorellina nessuna traccia.
Dulcea!” chiamò impaziente Ghidion.
Che c’è?” chiese la moglie allarmata.
Dov’è tua figlia? Le voglio parlare”
Come si vede che non conosci ancora tua figlia!” disse Dulcea con tono intransigente “Lo sai che quando è preoccupata o in ansia si rifugia nel gazebo!”
Preoccupata? E perché mai?” disse Ghidion dirigendosi verso il giardino. Non potè avvedersi dello sguardo di rimprovero di sua moglie.
Eh sì! Eccola là...’ Ghidion non poté fare a meno di fermarsi qualche istante a guardare estasiato sua figlia: seduta sul gradino, con il mento appoggiato ad una mano, a far disegni sul terreno con un piede... Sì, non era serena.
Poi fece un bel sospiro e si diresse deciso verso di lei:
Sorellina! Ti devo parlare!”
Sorellina non alzò neppure lo sguardo e continuò a canticchiare il motivetto che le cantava proprio suo padre, tanto burbero quanto tenero, ogni sera prima di andare a letto... almeno fino alla sua maggiore età.
Vedendo l’impassibilità di sua figlia, Ghidion le si sedette accanto. Rimase un po’ in silenzio con lei, cominciò a canticchiare anche lui quella canzone tanto cara, finché, padre e figlia, si ritrovarono a cantarla insieme guardandosi negli occhi.
Senti, Sorellina...” iniziò Ghidion.
Resterò per sempre Sorellina?” interruppe dolcemente la ragazza.
Hosempre avuto timore di scegliere un nome per te” disse il padre quasi sussurrando.
Perché?” chiese Sorellina.
Perché tu sei una persona speciale e la bellissima figlia di Ghidion, capo del villaggio, e di Dulcea, sua adorabile sposa, non può avere un nome qualsiasi”
Sta di fatto” ribatté la figlia “che Sorellina è un nome qualsiasi”
Però nessun altro nel villaggio si chiama Sorellina” le fece notare Ghidion.
Già! Forse perché non è un vero e proprio nome” disse a sua volta Sorellina.
Rimasero in silenzio per molto tempo, entrambe col mento appoggiato ad una mano e a disegnare chissà cosa con la punta delle scarpe.
Ghidion! Sorellina!” li chiamò Dulcea “A tavola!”
Padre e figlia si alzarono insieme e si avviarono verso casa l’una sottobraccio all’altro.
A cena nessuno parlò molto, ma dopo il dessert Ghidion disse con enfasi:
Allora! Sei pronta al grande passo, figlia mia?”
Sorellina tenne lo sguardo sul piatto per qualche istante e poi rispose:
Se avessi un nome tutto mio lo sarei senz’altro di più!”
Bene!” disse Ghidion “Allora perché non lo scegli tu? Scegli il nome che più ti piace e per me andrà bene!”
Da quando in qua sono i figli a scegliere il proprio nome? Perché dovrei essere io a cambiare le cose?” disse Sorellina con tono triste.
Ghidion non sapeva più che dire.
D’accordo!” disse un attimo dopo “Domattina, dovessi star sveglio tutta la notte, avrai il tuo nome! Cascasse il mondo, domattina avrai un vero e proprio nome!”
Sorellina sorrise e strinse la mano del padre. Dulcea li guardava commossa.
Il mattino dopo, Sorellina trovò Ghidion addormentato sulla poltrona dello studio. Sulla scrivania intravide un foglio scritto fitto fitto: quando lo prese in mano si accorse che era un elenco interminabile di nomi femminili.
Si è proprio messo d’impegno!’ disse tra sé.
Poi, mentre rimetteva quel foglio dove l’aveva trovato, scorse, appoggiata alla sua fotografia, una busta con scritto sopra: ‘Per la mia adorata figlia’.
Rimase attonita, immobile, quasi impaurita di aprire quella busta e trovarci chissà quale nome. Si fece coraggio, prese la busta e si diresse verso il suo amato gazebo.
Il sole era ancora basso sull’orizzonte, ma il cielo era talmente terso che i colori del giardino risaltavano vivaci, quasi che fiori e piante fossero dipinti più che essere reali.
Si sedette sul suo gradino e appoggiò il mento sulla mano dove teneva la busta col suo nome. Senza quasi farci caso, si mise a cantare la canzone di suo padre e sul terreno disegnò un arcobaleno sopra un fiore sbocciato.
E’ il momento di aprire questa busta’ si disse Sorellina sospirando.
La aprì lentamente, ascoltò con stupore il fruscio della carta fra le sue mani... estrasse un foglietto ripiegato in due, lo guardò, lo annusò, se lo mise vicino alle orecchie mentre ci passava sopra un dito, ed infine cominciò ad aprirlo con delicatezza, come fosse un fiore molto fragile. Intravide qualche sillaba scritta in bella grafia, sembrava ci fosse scritto più di un nome... no, era una lettera!
Carissima adorata figlia mia, dopo una lunga e accurata ricerca e alcune ore di buona riflessione, sono giunto alla conclusione che forse il tuo nome avrei dovuto farlo scegliere a tua madre il giorno in cui sei nata. Qualsiasi nome io considerassi, per l’amore che nutro per te, mi sembrava non potesse esprimere tutto ciò che sei, certo neppure Sorellina.
Ma ti ho fatto una promessa e per mantenerla ho scelto un nome che sarà soltanto tuo, e questo nome, sperando che sia di tuo gradimento, è...’
Sorellina girò il foglio, guardò di nuovo nella busta... niente.
Oh, papà...!” disse sorridendo.

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