domenica 24 giugno 2012

Un cielo omogeneo

Il cielo stamattina è d’un colore omogeneo, tutto lo stesso colore fino a perdita d’occhio. Succede anche in inverno nelle giornate serene, quando l’azzurro del cielo è cristallino e permette di vedere fin dove è possibile agli occhi. Stamattina invece il colore è unico, ben distribuito, ma tende ad un grigio azzurrino. Non è che mi metta tristezza, è già tanto che non piova e possa farmi una passeggiata in questo enorme e bellissimo parco senza la preoccupazione di bagnarmi. E’ la prima volta però che vedo il cielo coperto di nubi senza la minima increspatura o una diversa intensità di colore qua e là. Comunque non essendoci foschia, il mondo circostante è ben definito, le cose si distinguono bene; certo, non hanno la luce dei giorni pieni di sole, ma vedere che gli alberi, i fiori, le panchine, i giochi, le persone, i cani, i cespugli, le biciclette, hanno dei tratti definiti... mi sembra di vedere il disegno di un bambino.
E’ già estate, ma sembra che la stagione stenti a decollare, la brezza che soffia in modo quasi costante è tiepida e porta con sé l’odore della pioggia caduta da qualche parte, chissà dove. Di vita nel parco ce n’è, se non quella umana, sicuramente quella degli insetti: facendo il vialetto qualche minuto fa mi sono ritrovato in una nuvola di moscerini di chissà quale specie, che se non ne ho fatto banchetto è stato solo perché avevo la bocca ben chiusa.
C’è calma.
Sarà calma dopo la tempesta o quella che fa presagire una bufera?
Chissà!
Sì, è una calma un po’ piatta, sarà questa luce un po’ spenta: non fosse perché sono le dieci e mezza di un giorno di fine giugno, si potrebbe benissimo dire che siamo ai primi di ottobre. Forse anche il tempo ha bisogno di fare una pausa, di non essere sole pieno o nemmeno pioggia battente, ma di stare lì a metà, per decidere cosa sia meglio per quella giornata o in vista della successiva, per quello che deve succedere ad ognuno...
Intanto me ne sto qui ancora un po’, a leggere il libro che mi sono portato, a sentire i bambini che giocano e strillano, a guardare le formiche che mi salgono sulla mano, ad osservare un moscerino atterrato malamente sulle pagine del mio libro, a godermi questo giorno.

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