lunedì 18 giugno 2012

Un'intesa perfetta

Ixpira aveva deciso di prendersi una lunga vacanza, dopo tutti quei mesi passati a lavorare, a scrivere e a dare spazio alle idee… Era già passato un mese, ma ancora non se la sentiva di riprendere la sua normale attività. Era comprensibile che fosse stanca e che avesse bisogno di ricaricarsi di nuove energie, ma c’era chi sentiva la sua mancanza. Dopo una ventina di giorni che Ixpira era partita, il suo amico Razon, che si occupava di tutte le questioni logistiche e organizzative della società che insieme avevano fondato, aveva tentato di contattarla, ma dopo una breve telefonata fatta di monosillabi quasi strappati a forza aveva deciso di attendere il suo ritorno; la conosceva, doveva lasciarle lo spazio e il tempo che preferiva.
Ixpira durante quella vacanza si era rifugiata nel capanno di famiglia sul fiume Imago, passava molto tempo senza far nulla, si accoccolava sul divano, a volte sonnecchiava, a volte guardava fuori dalla finestra… forse a ripensare a quante volte da bambina si era divertita a scrivere delle frasi costruendo le lettere con i ciottoli che trovava sulla riva o anche nell’acqua; quanti versi, quante rime, quante strofe…
Avesse trovato il modo, avrebbe scritto con i ciottoli anche le melodie che si inventava quotidianamente. In effetti una volta ci provò: prese delle canne sottili, ne crescevano abbondanti lungo la riva del fiume, le sistemò a formare i tasti di un pianoforte e poi cominciò a suonare; ma visto che le note che suonava non potevano essere ascoltate da chi fosse passato di là anche se lei non c’era, decise che non era il caso di darsi tanta pena.
Le parole invece che scriveva con i ciottoli, chiunque avrebbe potuto leggerle in qualsiasi momento, o almeno fino a che non fossero state… cancellate dalla piena del fiume o da qualche sbadato avventore che ci avesse camminato sopra.
Quell’anno aveva davvero lavorato tanto, spesso da sola (sempre comunque in compagnia del suo fidato amico Razon), alcune volte collaborando con altri.
“Adesso Razon è il momento che io faccia una buona pausa” aveva detto Ixpira all’amico una mattina di fine agosto “Tu intanto puoi continuare il tuo lavoro, di cose da fare ce ne sono sempre”
“Be’, se non hai niente in contrario” ribatté Razon dopo un attimo di stupore “in vacanza ci andrei anch’io”
“Oh sì, va benissimo” rispose Ixpira colpita da quell’idea “Non so quanto resisterai, ma fai pure”
In effetti Razon riuscì a farsi solo qualche ora di vacanza, a lui bastava poco e poi sentiva il bisogno quasi irrefrenabile di occuparsi di qualcosa. Aveva però col tempo imparato a darsi, in un certo modo, un ordine di attività, per non sprecare tempo in valutazioni estemporanee fine a se stesse - nelle quali era stato un vero campione - e finalizzare meglio il suo operato quotidiano. Adesso riusciva anche a trovare spazio per attività meno impegnative, come farsi una passeggiata, leggere un libro, ascoltare della musica, e magari rimandare a domani ciò che avrebbe voluto concludere oggi.
Ixpira restò ancora molto a lungo in vacanza, ma non più isolata come nel primo periodo: praticamente sentiva ogni giorno il suo amico Razon per dargli una mano a portare avanti i piccoli progetti concreti che andavano realizzati. Fra i due c’era ormai un’intesa perfetta: dopo un lungo, se non lunghissimo, periodo di rodaggio problematico della loro collaborazione, ora bastava uno sguardo, una parola, poche righe, perché le idee si facessero realtà in poco tempo, lasciando da parte gelosia, invidia e desiderio di primeggiare. Ognuno dava il meglio di sé, l’attività aveva preso fluidità e quelli che li conoscevano ne restavano ammirati.

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